L'Inquisizione in Italia. La crociata albigese in Francia meridionale

 L'Inquisizione in Italia

La crociata albigese in Francia meridionale







Crociate in Francia meridionale 

La crociata albigese in Francia meridionale
Nelle regioni occitaniche francesi  catarismo continuò a diffondersi, nonostante i tentativi di conversione e alcuni sparsi interventi giudiziari. Oggi gli storici ritengono che le dottrine dualiste non avevano fatto presa in tutti gli strati sociali, ma soltanto tra la piccola nobiltà dei borghi rurali fortificati tra i contadini ricchi e le élite cittadine, cioè mercanti, giuristi, gli strati superiori dell'artigianato. La rappresentazione dell'eresia come un fenomeno ampissimo e unitario dipende dalle affermazioni distorte e iperboliche di polemisti di legati, pontifici di inquisitori. Attualmente si stima che il dissenso fosse molto limitato ad esempio il 2,5%, della popolazione di Béziers nel 1209, il 15% a Montauban, nel 1241 dal 5 al 6 % a Tolosa, verso il 1260, dal 2,5 al 5% as Alby tra il 1285 e il 1300. Calcolando una media del 5% e talvolta meno su tutta la popolazione della Linguadoca nell'arco di due secoli i catari potrebbero essere stati circa 2 - 300.000. Anche l'azione degli inquisitori tra il 1230 e il 1330 è stata largamente ridimensionata, nel suo complesso, in questo secolo si stima che siano stati perseguiti 15 - 20.000 catari, forse il doppio, in pratica sall'1 al 15% circa della popolazione. L'impatto della repressione giudiziaria fu comunque meno intendo e di altro genere rispetto a quelli che furono gli effetti della crociata. 

Le missioni e le legazioni dei cistercensi nella complessa situazione della Linguadoca
Gli interventi delle autorità ecclesiastiche e civili per riportare l'uniformità dottrinale nella Francia del Sud si intensificarono una cinquantina d'anni dopo la prima diffusione del catarismo producendo un immediato forte intreccio tra interessi religiosi e politici. il conte di Tolosa, Raimondo V che era in lotta contro il re d'Aragona cercò aiuti militari in Francia e Inghilterra per sconfiggere la lega dei signori locali. favorevoli all'eresia sostenuta dal re d'Aragona, e si rivolse al capitolo generale dei cistercensi perché i dissidenti fossero convertiti. Nel 1178, venne mandata in missione dai re di Francia e d'Inghilterra il legato apostolico Pietro da Pavia, con l'approvazione del papa, che gli affiancò Enrico di Mersioe, aba5te cistercense di Clairvaux, e quattro vescovi. La situazione si rivelò molto compromessa agli occhi degli inviati in Guascogna nell'Albigese e a Tolosa il catarismo era diffuso anche tra i cittadini più in vista. e a Beziérs era apertamente favorito dal conte Ruggero II Trencavel e da sua moglie, pi8ù tardi dal suo successore Raimondo Ruggero Trencavel che aveva moglie e sorella catare perfette. Nel 1179 Enrico di Marsioe, nominato vescovo di Albano e cardinale ritornò come legato papale in Linguadoca e con l'aiuto di un piccolo esercito di cavalieri assediò e conquistò una cittadina del conte Trencavel riuscendo anche a convertire il vbescovo cataro Bernardo Reymond, e un suo compagno. 
Il conte di Tolosa Raimondo Vi, che puntava all'egemonia nella regione e si mostrava indulgente con gli eretici, i grandi feudatari, come i Trencavel, signori di Béziers, Carcassonne e Alby, che aderivano al catarismo come molti dei loro vassalli  e cercavano di conservare il proprio potere : il comune di Tolosa,, che spirava a diventare indipendente dal conte: il re d'Aragona, signore di Montpellier, che mirava a costituire un ampio dominio tra Nord della Spagna e Sud della Francia. Papa Innocenzo II si mostrò deciso a risolvere la situazione provenzale, percepita come gravissima, inviando parecchi legati, sollecitando autorità diocesane e secolari ad appoggiarle e proponendo nel 1204 al re di Francia l'uso della forza contro gli eretici con le stesse indulgenze concesse a quelli che si recano oltre mare per difendere la Terrasanta>>. 
Lo svolgimento della crescita
Nel 1207 i cistercense Pietro di Castelnau, da alcuni anni legato papale in Francia con l'incarico di sbrogliare la complicata situazione religiosa, carica di risvolti politici, scomunicò Raimondo Vi di Tolosa perché no perseguitava i catari. i 14 gennaio 1208 il legato fu assassinato e il conte fu accusato di essere stato l'istigatore dell'omicidio. Innocenzo II indisse subito una crociata attraverso alcune lettere bollate, che con un linguaggio biblibco e militaresco sollecitarono a combattere gli eretici. La crociata fu condotta da alcuni baroni e feudatari minori della Francia del Nord. Furono assediate e conquistate Beziérs e Carcassonne e i loro abitanti sterminati dalle truppe. Il cistercense Cesario di Heisterbach ricorda come i crociati risolsero a Béziers il problema di distinguere i catari dai cristiani fedeli alla chiesa, riportando la risposta di Arnaldo. Almarico abate generale dei cistercensi e uno dei legati pontifici alla guida dei crociati. 
La crociata non solo portò alla eliminazione fisica degli eretici, ma diventò di fato una guerra di conquista del Nord contro il Sud della Francia, con la presa di diversi castelli in nome della fede. Nel 1209, partiti i grandi signori, restò a Simone di mOnfort, conte di Leicester e poi visconte di Bèziers, il difficle compito di conservarsi il feudo  che era stato del conte Trencavel e la guerra divenne uno scontro tra signori tolosani e aragonesi, che volevano rimanere a tutti i costi nei possedimenti. Raimondo VI riuscì a ottenere l'appoggio di Pietro II d'Aragona, cercando di mostrare così che il contrasto era puramente territoriale e non religioso, ma entrambi furono sconfitti dai crociati francesi a Marety nel 1213 e Pietro venne ucciso. La guerra riprse tra il conte di Tolosa e lo stesso re di Francia, negli anni seguenti, ma alla fine i francesi del Nord vissero definitvamente nel 1226. Il trattato di Meaux - Parigi del 1229 divise definitivamente la crociata e regolò i rapporti tra ui re e i baroni di Francia da una parte e il conte di Tolosa dall'altra togliendo a quest'ultimo circa metà dei domini e imponendogli condizioni economicamente molto gravose. 
Resistenza, fughe e declino dei catari francesi
Il movimento cataro in Francia meridionale subì un tracollo e i perfetti persero gran parte del loro ascendente e influsso sulla società. La prssione militare cementò la coeseione interna e la fermezza delle comunità dualiste che perdurarono nonostante tutto. Alcuni storici sostengono anzi che l'espressione del catarismo continuò in certo modo fino agli anmni '30. In seguito ci furono alcuni episodi isolati e tragici di resistenze molto note, l'assedio subito a Montsègur nel 1204 dal vescovo cataro della chiesa tolosana, Bernardo Mady e dei suoi fedeli, che alla fine furono sconfitti, e 310 tra i superstiti venero bruciati sul rogo. I successori di Marty si rifugiarono in Italia, dove trascorsero molti anni in particoare a Cremona, Piacenza e Sirmione, mentre in Francia restarono i diaconi. Anche la chiesa catara di Carcassonne ebbe vita difficile perchè dopo la crociata fu uno dei centri della feudalità francese insediata in Linguadoca e più tardi sede inquisitoriale. 




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