La Preistoria. L'Età Neolitica. L'incisione a graffito

La Preistoria

L'Età Neolitica


Giara di Tell Hassan. V millennio a.C.

Il Neolitico è il periodo più recente dell'Età della pietra: la pietra levigata sostituisce o si affianca a quella scheggiata di derivazione paleolitica. 
Tale processo ebbe origine in America Centrale, nella regione delle Ande, e nel Medio Oriente, nei territori dell'odierna Turchia, dell'Iran e dell'Iraq. 
Dal 9000 a.C., si diffuse gradualmente fino ad internare le coste del Mediterraneo e l'Europa orientale e settentrionale. In Italia l'inizio della fase neolitica è fatto risalire al 6000 a.C., con una diffusione a partire dalle regioni meridionali e orientali. 
Da semplice utilizzatore del cibo cacciato, l'uomo diviene produttore mediante l'agricoltura e la pastorizia. A ciò corrisponde il processo di sedentarizzazione. 
L'uomo acquista nuove abilità: dall'agricoltura a tessere le fibre vegetali, intrecciando fibre e corde mediante rudimentali telai, e nel contempo impara a riconoscere i diversi tipi di pietre e a commercializzarle in base alle loro qualità e flessibilità agli svariati usi. 
Nel Neolitico, si assiste ad una differenziazione della produzione artistica, per culture neolitiche è la ceramica. 
Alla fine del VII millennio, la ceramica esisteva in tutto il bacino del Mediterraneo. 
Omogenea diffusione in tutta l'Europa ebbe la produzione di vasi campaniformi, ovvero simili ad una campana rovesciata. Essi presentavano decorazioni anche fatte costituite da linee parallele, diritte ed ondulate, o più tardi da complessi motivi ad intrecci, cerchi o spirali. 
Le prime espressioni artistiche neolitiche devono essere ricondotte alla sfera religiosa, nella produzione di statue-stele, di statuette fittili o di incisioni e di dipinti in piccoli santuari, recanti figure ricollegabili alla Dea-madre generatrice della fertilità. 
L'uomo del Paleolitico ha acquisito una progressiva consapevolezza del proprio ambiente. 
Un esempio è il bisonte che troviamo nella Pittura rupestre dei Tessili, produzione sahariana del V millennio a.C. 
L'arte figurativa del Neolitico tende a generare forme schematizzate. La figura è spesso riconoscibile attraverso pochi tratti: bastano le corna, le zampe, una linea per il corpo. Compaiono segni geometrici e quasi astratti, che evidenziano i caratteri che gli animali hanno in comune, cioè gli elementi distintivi di un tipo e di una specie. Lo stesso vale per la raffigurazione degli elementi naturali, ad esempio il Sole o l'uomo e i suoi oggetti come armi, ruote, carri, aratri. 

L'incisione a graffito


Graffiti della Valle Camonica 

Questa tecnica consiste semplicemente nel "graffiare" la roccia, anche ripetutamente, con una punta metallica o con una pietra dura e appuntita. Il segno poteva essere poi variamente colorato con le terre in varie sfumature. 
L'arte delle incisioni è spesso legata all'attività religiosa. Forse si trasmetteva di sacerdote in sacerdote e da maestro a ad allievo. Lo schematismo delle incisioni a graffito ha forse origine nelle pitture e nelle incisioni a graffito ha forse origine nelle pitture e nelle incisioni del versante iberico dei Pirenei, ma si è diffuso nel IV millennio in larga parte d'Europa. Ricordiamo i graffiti della Valcamonica, opera dei Camuni, le ci testimonianze si spingono dal Neolitico fino all'avvento dei Romani nella valle (avvenuto nel 16 a.C.) e persino nel Medioevo, rappresentando un campo di studi vastissimo. 
Nelle opere camune i graffiti evolvano da un linguaggio schematico ad uno di tipo naturalistico. 

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