La Preistoria. L'Età Paleolitica. L'immagine della donna nel paleolitico: le Veneri

La Preistoria

L'Età Paleolitica

L'immagine della donna nel paleolitico: le Veneri


Venere di Lespugue


Venere di Willendorf. 23000-19000 a.C.


Venere di Laussel


Venere Parabita 


In tutto il Paleolitico è poco frequente e comunque è resa in forme approssimative. Costituiscono un'eccezione le cosiddette Veneri, statuette a tuttotondo, scolpite in pietra, in osso o in avorio e rappresentati figure femminili dalle forme molto accentuate. 
Le Veneri sono state rinvenute tutte in Europa, dalle coste dell'Atlantico alla Siberia (sono circa 140), ed hanno in comune la dimensione contenuta da due-tre centimetri ai 14,5 della Venere di Lespugue, ritrovata nelle Grottes des Rideaux in Francia. 
L'accentuazione dei caratteri della femminilità, mani e piedi, sono appena suggerite o mancano del tutto, forse perché la statuetta veniva conficcata tra le rocce della caverna o nei campi, secondo usanze rituali.  
Nell'Aurignaciano, tra il 30000 e il 25000 a.C., erano state riprodotte figure di animali gravidi per esaltare la funzione riproduttiva come garanzia di continuità della specie. 
Le Veneri venivano poste all'interno di templi o di santuari, in relazione al culto della dea-madre. Ciò sarebbe suggerito dal ritrovamento, in Dordogna (Francia), di più statuette femminili in un'unica stazione archeologica, il centro dell'abitato paleolitico. Celebri sono, tra queste, il bassorilievo della Venere di Laussel, risalente al 23000 a.C. circa, e la Venere di Berlino. Non è da escludere tuttavia che la loro presenza sia da riferire al culto della degli antenati nel quale il tema della fecondità veniva associato a quello della continuità della vita, fondato sulla concezione sacrale della famiglia o della tribù. 
Ciò può essere confermato dal rinvenimento di alcune Veneri presso focolari o all'interno di capanne, quasi fossero idoli posti a protezione dei luoghi domestici. 
Ogni statuetta mette in rilievo gli attributi femminili, lasciando indeterminate le altre parti. Esemplare è il caso della Venere Impudica, rinvenuta a Laugerie Basse, mancante della testa e delle braccia. 
La Venere di Lespugue: l'esecutore ha raggiunto una sintesi così elevata da inserire la forma umana in un volume romboidale.  
L'approccio astratto degli autori delle Veneri ha portato ad un'evidenza volumetrica delle parti del corpo mediante un marcato principio di simmetria. Cogliamo questo aspetto nella Venere di Willendorf, in cui l'ipertrofia dei glutei, dei seni, del ventre e persino l'evidenza del pube sono sottolineate mediante interessanti accorgimenti, quali la posizione delle mani o la dettagliata acconciatura, che a sua volta annulla la presenza del viso. 

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