Il tesoro delle scienze occulte. Prefazione

 Il tesoro delle scienze occulte


Prefazione 


La permanenza al Sabba


Il Sabba



Uno stregone basco, Miguel de Goiburu, sottoposto a giudizio dagli inquisitori di Logarno 1610, confessò che durante un sabba al quale erano convenuti 12 mila indemoniati, un'ossessa, tale Stéphanie, contemplando quella folla, presa dall'entusiasmo esclamò: <<Oh Gesù, quanta gente!>> A quel nome tutto scomparve. Questo ammise che Satana, vestito da vescovo e con un cappello in testa che gli nascondeva le tre corna, aveva l'abitudine di benedire i suoi fedeli pronunciando con voce rauca queste parole: <<Andiamo! E che tutto muoia!>>. La stregoneria non ha perso nulla della sua attualità e il sabba nulla della sua attrattiva. Nell'aprile 1957, secondo la <<Frankfurter Rundschau>>, nella sola regione di Amburgo si contavano trecento stregoni. Un'inchiesta dell'Unesco ha stabilito che dei 2.288 quotidiani pubblicati negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia, in Belgio e in Svizzera, quasi la metà contengono una rubrica astrologica. A Parigi più di cinquemila professionisti delle scienze dette <<occulte>> danno ogni giorno consigli a 60 mila clienti. Nel luglio 1965, giornali rinomati internazionalmente per la precisione delle loro informazioni hanno comunicato ai lettori l'arresto del vecchio presidente della Repubblica della Liberia sotto l'imputazione di stregoneria criminale: era accusato d'aver fatto strappare la lingua, le gote e la mascella di diverse donne per offrirle agli spiriti diabolici ai quali egli doveva i voti conquistati nelle elezioni.


La proibizione dell'occulto




La distruzione delle credenze antiche non è stata sufficiente a smantellare le superstizioni antiche, che anzi non sono mai state meglio dissimulate dal loro vocabolario pseudoscientifico e non sono mai state più fiorenti. Esse hanno resistito a tutti gli attacchi della legislazione, dal codice sulla stele di Hammurabi che, intorno al 1950 a.C., ordinava di gettare gli stregoni nell'Eufrate, fino alla legge del 19 luglio 1791 che li puniva come ciarlatani. Quattromila anni di interdizione dell'occulto hanno rizzato inutili gogne e inutili roghi sulle piazze. Si è dimenticato l'insegnamento d'un precetto di Spinoza: <<Non si deve ridere delle passioni e delle azioni degli uomini, né odiarle: è meglio comprenderle>>.

Migliaia di nostri simili, sopraffatti dalle fatiche e dalle preoccupazioni della vita moderna, trovano, presso i chiaroveggenti, brevi consolazioni, che danno loro almeno la possibilità di non dubitare delle carte da giuoco. Quante donne vanno a cercare un mago col turbante quando quello che in realtà aspettano è soltanto uno sposo? Dobbiamo allora biasimarle e riderne? O non piuttosto denunciare l'avidità spirituale d'una civiltà occidentale che ha istruito il mondo intero ma non l'ha iniziato?


Il razionalismo non è innocente




Tutti sono d'accordo nell'ammettere che la menzogna non è un argomento valido nell'istruzione del processo alla ciarlataneria. Ma che cosa è stato fatto per illuminare l'opinione pubblica sulla vera origine e natura delle scienze dette <<occulte>>? Nel XX secolo non è stata pubblicata nessuna opera di valore storico sull'astrologia. E lo stesso si può dire dell'alchimia. Le opere di Seligmann e di Ribadeau-Dumas sulla magia sono incomplete. L'unico trattato enciclopedico moderno che esamini i rapporti storici tra la magia e le scienze sperimentali - sei volumi pubblicati in venticinque anni dall'università della Columbia, opera d'uno dei maggiori eruditi dei nostri tempi, Lynn Thorndyke, - non è stato tradotto ed è conosciuto soltanto da pochi specialisti. Né meno ignorate, sono le pur importanti ricerche di Singer e di Needham. 

Una pubblicazione universitaria francese recente, una storia generale delle scienze dalla preistoria ai nostri giorni, ha appena citato di sfuggita le teorie e le pratiche della magia e dell'astrologia. Simili leggerezze nel campo storico non stupiscono se sono gli occultisti a rendersene colpevoli, ma quando sono utilizzate da eminenti specialisti per giustificare le loro tesi razionaliste, ci sorprendono e ci infastidiscono. Il positivismo, come lo spiritismo di cui fu contemporaneo, appartiene ormai da molto tempo alla storia del misticismo. I tempi in cui il rettore Liard biasimava Charles Henry per aver osato sostenere nel suo corso di chimica, contro l'<<immortale Lavoisier>>, che i corpi detti <<semplici>> potevano essere scomposti e che quindi erano esatte le teorie alchimistiche della trasmutazione, quei tempi vergognosi in cui l'università intera sbagliava devono ormai appartenere al passato. 

Sarebbe deplorevole che scoperte nuove potessero giustificare l'astrologia o la magia e dimostrare, contro la Sorbona, che il meraviglioso d'oggi è la realtà di domani. Arago: <<Il dubbio è prova di modestia; ben di rado ha nuociuto al progresso delle scienze. Non altrettanto potrei dire dell'incredulità. Colui che, esclusi i matematici puri, pronuncia la parola "impossibile" manca di prudenza>>. 


Una mappa delle deviazioni dello spirito umano




Indubbiamente l'immaginazione mistica ha troppo spesso suscitato nel corso dei secoli, e nella stessa misura in cui ha espresso una delle tendenze principali in cui il vero è stato confuso col verosimile e la dimostrazione con l'ipotesi. 

Questa rinuncia, questa del mistero, quest'angoscia che costringe a credere che la realtà cessi nel momento in cui il nostro intelletto si arrende, sarebbero altrettante confessioni della nostra impotenza di sondare le profondità della nostra condizione umana e di esplorarne le frontiere. In esso vedremo dispiegarsi la mappa dei deviamenti dello spirito umano, i sentieri d'una libertà interiore che, aprendo tutto il campo dell'ignoto, si propone di sapere non fino dove può giungere la nostra intelligenza, ma fino a qual punto d'equilibrio l'universo può rispondere ai nostri desideri. 

Al campo filosofico dell'essere, la tradizione esoterica aggiunge il regno del possibile, sostituisce alle antinomie dell'esistenza le armonie dei rapporti e al principio immobile dell'identità la logica perpetuamente mutevole dell'analogia. 


Una lingua universale




La lingua della magia, attraverso la polivalenza dei suoi simboli e le sue ambiguità di significato, smaschera con le sue formule e le sue operazioni i desideri umani meglio dissimulati e quasi dimenticati. Per quel poco che la si coglie nel meandro dei nostri pensieri, si vede che essa non ha perduto nulla della sua seduzione originale. 

Non esistono mete che essa non proponga ai nostri sentimenti o alla nostra ambizione di raggiungere mediante qualche formula o qualche rito arcaico che ancora ci incanta. 

La magia continua, economicamente e politicamente, a fare dei miracoli: provoca l'acquisto di oggetti inutili, l'investimento di capitoli in imprese chimeriche, l'imposizione di nomi, di marchi, di valori. I muri delle nostre città sono una dimostrazione di ciò che le nostre università temono di insegnare: il permanere della magia delle immagini. Quella che una volta era una scienza profonda, adesso è soltanto uno sfaldamento dell'inconscio collettivo, con i rischi insospettati che implicano questa degradazione delle forze sulle quali si opera e l'ignoranza delle inevitabili conseguenze della loro azione. Sarebbe meglio sapere che cos'era la magia antica anziché subire inconsciamente i malefizi della stregoneria moderna. E uno dei meriti principali della presente raccolta delle scienze ritenute false, che ci permette, grazie a questa retrospettiva, di non illudersi di essercene liberati. 

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