La tortura. Introduzione

La tortura 

Introduzione



Questo lavoro, è stato concepito come una ricerca sulla tortura, intesa come forma di mortificazione della carne, tesa a depurare quest'ultima dalle <<scorie>> del peccato, al fine di permettere la redenzione dell'anima. In questo suo aspetto è assai simile all'automortificazione corporale di alcune mistiche che vissero tra il Cinquecento e il Seicento, le quali trovarono nel dolore la sublimazione delle colpe e una via privilegiata verso la santità. 
La Chiesa considerava il corpo, principale protagonista della tortura. 
Il materiale raccolto circa l'uso della tortura e gli strumenti ideati allo scopo serve a esemplificare l'accurata ricerca dell'effetto desiderato e la genialità, per quanto moralmente discutibile, dei professionisti dell'altrui sofferenza, i quali erano al servizio di un'ideologia di repressione del diverso e di ossessiva purificazione della materia: in particolare dell'aspetto sessuale dell'individuo. 
Nell'ambito delle vittime di quest'ideologia ho privilegiato la stregoneria, studi che mi hanno permesso di riscontrare una linea di pensiero ginofobica e di negativizzazione del sesso che parte dal mondo greco, e semitico e per fondersi nel cristianesimo nascente e trovare ampia teorizzazione nei Padri della Chiesa. 
La conseguenza pratica di questo pensiero è la griglia accusatoria che accomuna gli eretici: catari, albigesi, streghe, ebrei, luterani; più oltre turchi e musulmani sono accusati di orge sessuali contro natura, di uccisioni rituali, di omofagia, di rapporti sessuali con demoni. 
E' interessante notare come la maggior parte delle torture praticate dall'Inquisizione interessi il corpo femminile e la zona genitale-anale in modo ossessivo e paradossale. Mi sembra quindi evidente una correlazione, da un lato, tra il presupposto disordine sessuale che si riscontra - a detta degli accusatori - nel sabba, luogo della liberazione istintuale per eccellenza, e, dall'altro la concezione negativa e mortificante del corpo da parte della Chiesa, accentuatasi nel periodo tridentino e post-tridentino, e la macerazione, amputazione, lacerazione fisica del corpo, sede del peccato, effettuata nelle camere di tortura presso i tribunali. Mi sembra altresì evidente il tipo di controllo che la Chiesa svolge, sulle mistiche e sulle estatiche, che sublimano la libido repressa in visioni dolorose, flagellazioni, purgazioni, discipline. 
E' il corpo principale bersaglio della macchina repressiva della Chiesa, in quanto espressione massima della libertà individuale e lungo privilegiato della lotta tra bene e male, tra santità e perdizione. Ed è sul corpo appunto che la tortura infierisce. 

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