Capire l'arte del Novecento

Capire l'arte del Novecento


Man Ray. Venere restaurata


La bagarre d'Austerlitz. Marcel Duchamp


Piet Mondrian. L'albero grigio


Piet Mondrian. L'albero rosso


Piet Mondrian. Melo in fiore


Le venticinque Marilyn. Andy Warhol


Jackson Pollock. Cattedrale


Vasilij Kandinskij. Due ovali 


Secondo lo studioso americano George Kubler, erede teorico di Henri Focillon, le opere d'arte e i manufatti in generale rappresentano la "forma del tempo", ovvero danno un aspetto visibile a quel trascorrere invisibile della storia che conduce da un'epoca a un'altra, da un insieme di valori a uno successivo, da un novero di tecniche a uno nuovo.
Non si comprende l'arte del Novecento se non si inizia da questo punto: in nessun secolo l'umanità è cambiata tanto radicalmente, nel suo modo di vivere come di pensare. 
La standardizzazione dell'agricoltura, la medicalizzazione del corpo con il conseguente aumento della vita media, la nascita di strumenti informatici e comunicativi che sono diventati vere protesi del nostro corpo, lo spostamento della produzione dall'artigianato all'industria e la nascita di un settore dei servizi, cosiddetto terziario, sempre più prepotentemente presente nei processi economici: l'assunzione di un nuovo ruolo da parte della donna, la liberazione della sessualità dal fine prettamente riproduttivo, la nascita di nuove forme di famiglia, la costruzione di armamenti dagli enormi potenziali distruttivi... questi e altri elementi possono darci un'idea di quanti cambiamenti l'uomo abbia dovuto affrontare e metabolizzare. E con lui l'arte. 
C'è stata una vasta fase di riferimento della tradizione precedente, che si avvertiva come poco consentanea ai tempi nuovi: già la fine della pittura di storia e di mitologia, segnata dall'Impressionismo e dai movimenti immediatamente seguenti, aveva risposto a una rivalutazione volontaria del quotidiano, del qui e ora, dal momento presente rispetto al "sempre" e all'"assoluto" celebrati da una parte più accademica. 
Nel 1900 Sigmund Freud pubblica L'interpretazione dei sogni, libro in cui, attraverso il concetto di inconscio, si mette in dubbio che un individuo possa pervenire a una vera conoscenza di sé. Il 1905 vede la prima formulazione da parte di Albert Einstein della teoria della relatività: in questo caso l'incertezza non riguarda l'interno della persona ma il mondo in cui si trova a vivere, di cui vengono messe in crisi persino le leggi fisiche più assodate. Rivolta e ripensamento della tradizione sono i due poli tra cui si svolge, quindi, la ricerca artistica del secolo. I tempi corrono veloci e i movimenti artistici si accavallano, nel primo quarto del secolo, con una rapidità che non sarebbe più stata raggiunta. Sono le cosiddette Avanguardie storiche: dal Fauve (1905), all'Espressionismo (1907), al Cubismo (1907), al Futurismo italiano (1909) e poi russo, al Suprematismo di Malevic al Costruttivismo di Tatlin (1913), al Dadaismo (1913/7) alle ricerche astratte (1910) che compresero il Neoplatonismo di Mondrian e De Stijil (1917) e il Bauhaus (1918). E ancora Metafisica (1917) e Surrealismo (1924) e molti altri movimenti di cui è impossibile dar conto con una data precisa (Nuova Oggettività, Realismo Magico).  
In questo inseguimento di pratiche e di teorie artistiche, davvero all'ultimo respiro, si avvertiva la volontà di dare una forma al mondo e di pensare la storia come un tutto coerente e sensato. Gli artisti, fino a che si poté credere nel futuro, si accanirono a firmare manifesti e a formulare teorie. 
Dopo l'era atomica, dopo Auschwitz, dopo il crollo dei comunismi dopo che inevitabilmente l'idea di progresso si è scissa in molte sfaccettature per le quali non è possibile giudicare facilmente cosa sia bene e cosa male, anche gli artisti visivi hanno iniziato a elaborare un lungo disorientamento. 
- Collage, assemblaggio di oggetti trovati, estensione dell'opera nell'ambiente, performance che coinvolge il corpo, utilizzo della fotografia e della cinepresa - vengono poi rigettate in favore di un "ritorno al mestiere", ma anche rimediate nel corso di tutto il Secondo Dopoguerra.  
La messe di innovazioni e di stimoli accumulata nel primo Novecento fu tale che ci volle tutto il resto del secolo  per sondarne a fondo le conseguenze, anche includendo in questo lavoro di scavo, l'apporto di tecnologie prima impensabili. Maturata nel contesto del Secondo Novecento, la rinascita e la crisi dell'idea di Avanguardia. 

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