Tra Medioevo ed età moderna: il quadro storico. Le monarchie nazionali

Tra Medioevo ed età moderna: il quadro storico

Le monarchie nazionali


Giovanna d'Arco

Tra il Basso Medioevo e l'età moderna nell'Europa occidentale si avviò un lento processo di accentramento e di unificazione del potere politico, al quale corrisponde la nascita di Stati più ampi che in passato, arrivando in alcuni casi alla costruzione di solide monarchie nazionali. In Francia, in Spagna e in Inghilterra le monarchie cominciarono a controllare i grandi signori feudali, a limitare i poteri della Chiesa e ridurre le autonomia cittadine, sperimentando nuovi organi amministrativi, che formavano le maglie di una rete di comando stesa sulle periferie, in grado di far circolare le direttive emanate dal centro e di controllare i rapporti sociali in tutto il territorio. Nel caso della Spagna, furono i contrasti interni al mondo arabo e il temporaneo assopirsi dei conflitti tra gli Stati cristiani a costruire la svolta che indusse la monarchia di Castiglia e di Aragona a trasformarsi in entità politiche di stampo moderno, in grado di confrontarsi da posizioni di forza con il regno musulmano di Granada. A occidente il Portogallo e a settentrione il piccolo regno di Navarra completarono la fisionomia istituzionale che la penisola iberica avrebbe conservato fino al 1469. anno in cui Isabella di Castiglia sposò, Ferdinando d'Aragona, dando così un'unica corona alla Spagna. Sebbene i regni uniti dal matrimonio conservassero un'amministrazione distinta, il potere regio agì per limitare il peso politico delle assemblee rappresentative, le cortes, in cui erano rappresentati i tre ceti (clero, nobiltà, <<Terzo stato>>, quest'ultimo identificabile con i ceti idi governo delle città) che la società del tempo riteneva espressioni eterne di un ordine divino. 
In Francia il processo di costruzione di un embrionale apparato statale fu reso più arduo dalla presenza sul suolo francese della corona d'Inghilterra che in seguito a strategie matrimoniali e ad acquisizioni ereditarie era pervenuta a controllare una porzione rilevante di territorio. La guerra tradizionalmente indicata come <<dei Cent'anni>> - che contrappose Francia e Inghilterra, durò infatti dal 1337 al 1453.
Essa si combattè tra fasi alterne con un sostanziale avanzamento degli Inglesi, che alla fine però soccombettero sotto la spinta delle forze francesi guidate da Giovanna d'Arco. Il mito presto cresciuto intorno all'eroina lasciò intravvedere il valore fondante dato dalla guerra come mezzo di coesione nazionale raggiunta intorno all'istituto monarchico. Parallelamente alla guerra si consumò un conflitto civile tra due potenti famiglie - denominate degli Armagnacchi e dei Borgognoni - scaturito in un periodo di estrema debolezza del potere monarchico e di fragilità dell'organizzazione statale, basata com'era su un modello feuda le in cui principi e vassalli detenevano la medesima autorità del sovrano. I raccordi tra centro e periferie, tra corona e paese, furono costruiti con un'opera d'intervento nei conflitti locali che diede con il tempo risultati favorevoli alla monarchia. 
Del tutto differente fu il percorso compiuto dalla monarchia inglese nel Basso Medioevo: qui l'autorità del sovrano venne a patti con le prerogative dell'aristocrazia, dei Comuni e della Chiesa, riconosciute ufficialmente già dal 1215, anno in cui il re Giovanni senza Terra (1119-1216) emanò la Magna Charta Libertatum ( la <<Grande carta delle libertà>>), che garantiva i privilegi vassallatici in base ai quali i sussidi  e le imposte dovevano essere sottoposti al consenso espresso da un'assemblea di baroni e di prelati, considerati portavoce dell'opinione prevalente tra i sudditi. La convocazione nel 1265 di un parlamento in cui furono rappresentate per la prima volta anche le città inaugurava quel modello di parlamentarismo distinto in due camere, quella detta <<dei lord>> e quella detta <<dei comuni>>, che pur con sostanziali modifiche, si sarebbe mantenuto in vita per i secoli successivi. 

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