L'aura. Storia dell'aura. Lo sviluppo sensoriale

L'aura

Storia dell'aura

Lo sviluppo sensoriale


Necropoli di Gyza


Per milioni di anni gli uomini avevano fatto le proprie esperienze in modo inconscio vivendo nella natura, grazie a un sistema sensoriale che seguiva un processo di stimolo-esperienza-risposta, fino a che è stato dato loro di elevarsi proprio attraverso lo sviluppo della coscienza. Da dove proveniva questo sviluppo e dove si andava a <<depositare>> di generazione in generazione? In quella dimensione sottile che è l'aura alla quale appartiene anche il corpo fisico. 
L'uomo primitivo. La sua prima fase di sviluppo mentale è quella di isolare le singole cose, formare delle immagini i seguito, concetti adatti ad esse, esprimendoli, ad esempio, con delle pitture sulle pareti di una caverna. Questi concetti vennero <<rappresentati>>, ovvero fatti agire fuori da se stesso, nello specifico personificando gli animali con i quali veniva in contatto e quindi divenendo anche consapevole del fatto che li cacciava: così dipinse l'azione della caccia sulle pareti delle caverne. Questo processo di conoscenza rese la sua vita anche molto confusa, caotica, perché era piena di esperienze casuali e di concetti senza significato, senza scopo e privi di capacità di dare una direzione o una qualche guida mentale per mettere ordine e connessione in tutto quello che dentro e fuori di lui accadeva. 
E' stato possibile trovarlo attraverso mistici processi di rivelazione. Gli Egizi e  i Sumeri avevano entrambi un intero mondo di immagini. Essi credevano che inizialmente ci fosse il Caos, dal quale poi fu creato il mondo e questo mondo era nato da una gerarchia di dèi, i quali però operavano sotto la guida e la volontà di un dio supremo, che a sua volta li aveva creati, e l'uomo era considerato alla stessa stregua di questi, ma in un ordine inferiore. Il suo compito era, quello di operare solamente sulla Terra, ma all'interno di una visione spirituale che dopo milioni di anni l'uomo aveva a mano a mano <<costruito>> e tramandato grazie all'immortalità del pensiero e dei corpi sottili. Se l'opera di un uomo era ben accetta agli dèi, allora egli avrebbe avuto un posto in una paradisiaca esistenza post morte insieme ad essi. 
Questa saggezza, era considerata come immanente rivelazione della volontà degli dèi fatta tramite coloro, i sacerdoti, i quali erano qualificati a riceverla. Nella società egizia costoro erano in particolare i re, sacerdoti o faraoni, che venivano considerati degli esseri in contatto diretto con gli dèi; e fungenti, per così dire, da canali di trasmissione della saggezza divina. 
Questo era ottenuto con pratiche mistiche svolte in luoghi di iniziazione attraverso rivelazioni oniriche, cioè tramite sogni rivelatori, in particolare quelli fatti da coloro che dormivano nei templi. 
La conoscenza arrivava all'uomo dalla divinità, dandogli la legge, l'ordine, il linguaggio, la letteratura, l'agricoltura, l'ingegneria, l'architettura, l'astronomia e anche un alto livello di arte e di abilità manuale nel lavorare la pietra e le ceramiche, i metalli, il legno e il vetro, così come i principi della matematica e della medicina. Tuttavia la comprensione razionale e riflessiva di tutto ciò che essi facevano durò, fino a quando l'uomo sviluppò in modo adeguato la sua capacità di pensare da per se stesso, indipendentemente dalla volontà degli dèi. 

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