L'aura. Introduzione

L'aura

Introduzione



Certe strane sensazioni da da folate d'aria o anche soffi gelidi, certi sguardi, o il percepire presenze alle nostre spalle senza vederle, sono contenute nella nostra aura. 

Quando sentiamo che il nostro corpo va oltre, che le nostre percezioni non sono in collegamento diretto con i nostri sensi, quando ci ritornano degli odori, dei profumi, magari di chi non è più di questo mondo, quando vediamo chiaramente dentro di noi, questi sono alcuni dei momenti in cui la nostra aura ci dice che c'è. 
Non la vediamo e la dimentichiamo: se poi non vogliamo che esista, le ci accontenterà e non si farà vedere. Gli scienziati la accettano solo come un prodotto del cervello o una memoria elettrica dei nostri circuiti sensoriali o un'emanazione magnetica della materia. I mistici sanno che li avvolgerà per sempre. Definire qualcosa di sottile è molto difficile, perché è estremamente soggettivo, anche nel mondo di nominarla. 
Aura si traduce in sanscrito soprattutto con sri (lustro, splendore, gloria, bellezza, benessere, maestà, fortuna), che proviene da sra, <<scaldare>> <<far sudare>>, che proviene da sra, <<scaldare>> <<far sudare>>, per la concentrazione e lo sfarzo necessario nella disciplina. Dal fuoco interiore che avvampa e fa splendere, nasce l'aura. Satapahta-brahmana spiega che sri è analoga alla notte che pacifica, al recinto che protegge il rito, alle ossa dei corpi, e come lo scheletro sta nel corpo e il recinto sacro all'atto rituale, così l'aura sta all'anima. 
In Occidente, la pittura sacra raffigura un vortice di vento, l'aureola sul capo o la mandorla attorno al corpo. Nel battistero protocristiano di Riva San Vitale nel Canton Ticino, un luogo di grandi incroci di energia, dove la grande vasca del lago Ceresio e le late montagne prima della pianura, la neve e le palme, i flussi dei ruscelli, si incrociano sotto la conca scavata nella pietra in cui l'uomo suggellava l'aura col battesimo. Lì il Beato Manfredo è rappresentato nella mandorla e. nella teca della chiesa a fianco del battistero, il suo corpo incorrotto è ancora avvolto dalla sua aura immortale. Il Beato visse in ascesi sul monte San Giorgio, e morì nel 1217...
Scrive Elemire Zolla di una salma aureolata a Milano: <<Nel maggio 1980 un fisico nucleare milanese, Andrea Oliva, moriva in casa dopo quaranta giorni di isolamento ascetico. La salma non mostrò segni di corruzione, era fresca, come avvolta d'aura. Poi mi confermò la sua fidanzata che egli faceva esercizi mistici. Volendo raggiungere l'Unità assoluta, si estinse estaticamente e il corpo ne restò imbalsamato. Molte tradizioni assicurano che in tal caso il cadavere resta incorrotto>>.
L'aura fa parte di noi e dell'universo, la ritroviamo nelle persone e nei luoghi, se siamo vigili, attenti, possiamo percepirla sempre, vivendo come in una  continua meditazione, all'interno della mandorla, e non proiettati costantemente fuori. 

Nella morte c'è l'immortalità

<<Aura>> è una parola che nell'Ottocento, veniva usata spesso. Ma i cambiamenti stanno avvenendo con una velocità mai vista in tutta la storia dell'umanità. 
Le tipologie delle aspettative, dei vissuti, delle emozioni, mutano continuamente e si assomigliano, non solo gli oggetti, le abitazioni, le automobili, gli scarichi gassosi, i liquami, la verdura, la frutta, gli odori. 
E allora perché viaggiare; perché spostare il corpo per ,migliaia di chilometri a grande velocità per incontrare le stesse cose, se ti riferisci solo all'aspetto visibile, quando puoi viaggiare ovunque e senza sforzo nella dimensione sottile, a casa, intendendo per casa il restare nello stesso luogo, ma con un'altra visione, quella del recinto sacro, uno spazio sacro, dorato, la mandorla, l'uovo, il guscio entro il quale la nostra coscienza ci fa sentire. Dobbiamo tornare la nostro centro, che non ha bisogno di nuovi, seppur stupefacenti, paesaggi, perché è da noi, dall'uomo che tutte le auree hanno trovato la coscienza di esistere. 

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